Uccisioni delle volpi a Treviso, il Consiglio di Stato: piano illegittimo. Le associazioni animaliste esultano: ora stop immediato ai fucili dei cacciatori

Si è finalmente conclusa la vicenda giudiziaria tra la provincia di Treviso che nel 2013 aveva deliberato l’uccisione di ben 1050 volpi e le associazioni ENPA, LAV e OIPA contrarie ad un’operazione tanto inutile quanto cruenta. Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 1333/2016, si è definitivamente espresso confermando l’illegittimità del piano dalla provincia, perché predisposto in violazione delle disposizioni previste dalle leggi nazionali e regionali sulla tutela della fauna selvatica.
 
Le volpi sono animali predatori, la loro presenza sul territorio assume quindi un grande rilievo anche dal punto di vista ambientale. Si nutrono principalmente di roditori e altre piccole prede, ma è stato dimostrato che non disdegnano neppure le nutrie. Eppure la provincia di Treviso ne aveva disposto l’uccisione di 350 individui l’anno, al solo scopo di favorire i cacciatori. Accade infatti che le volpi possano predare anche lepri e fagiani, animali che i cacciatori ritengono di loro esclusiva proprietà e quindi destinati al piombo dei loro fucili.
 
La legge nazionale impone che la fauna selvatica debba essere gestita in via prioritaria mediante l’uso di metodi ecologici-non letali. Il piano della provincia di Treviso ha violato questo dettato, dando ai cacciatori la possibilità di uccidere più di un migliaio di volpi, senza neppure approfondire per quale motivo si discostasse dalle disposizioni normative.
“Questa sentenza sia di monito agli amministratori provinciali – commentano ENPA, LAV e OIPA – gli animali selvatici non sono un passatempo nelle mani dei cacciatori, né oggetti a disposizione di amministratori e funzionari inclini a violare la legge nazionale e regionale pur di accontentare l’esigua categoria dei cacciatori, oramai destinata all’estinzione.”
 
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