Lupi e cinghiali, Enpa alla Regione Marche: si utilizzino scienza e buonsenso nel rispetto delle leggi. Gli abbattimenti sono inutili e illegali

Di fronte agli appelli con cui Coldiretti Ascoli- Fermo invita la Regione a "stimolare" il Ministero delle Politiche Agricole affinché intervenga presso l'UE per una impossibile "marcia indietro" nella tutela dei lupi prospettando deroghe alle direttive, l'Enpa i vertici istituzionali delle Marche ad affrontare la questione dei presunti danni causati all'agricoltura utilizzando un approccio improntato alla scienza, al buonsenso, al rispetto delle leggi. «Gli abbattimenti di animali selvatici, perpetrati da oltre 20 anni nel nostro Paese, si sono rivelati del tutto inutili, come ben testimonia il "caso cinghiali". Ciò che significa che la strada da percorre è un'altra: quella dei numerosi ed efficaci metodi ecologici di cui disponiamo».

E' inoltre doveroso puntualizzare come i presunti "assalti" dei lupi agli allevamenti non siano scientificamente accertati. Numerosi studi scientifici dimostrano infatti come i lupi, in qualità di predatori estremamente specializzati, non fanno strage di animali ma si concentrano su un solo esemplare, che nella maggioranza dei casi è il più debole del suo gruppo. In realtà tali attacchi sarebbero riconducibili ai cani RANDAGI O di proprietà (cani da caccia e da pastore) o lasciati vagare sul territorio in stato di semi abbandono, non sterilizzati e quindi in grado di riprodursi, ma – soprattutto – privi di ogni cura e quindi anche delle risorse alimentare di cui hanno bisogno. Ridotti alla fame, questi animali non hanno altra scelta se non quella di ricorrere all'attività predatoria; un'attività per la quale tuttavia non hanno una "adeguata preparazione tecnica" e che richiede pertanto un elevato numero di tentativi prima di ottenere il risultato voluto (da qui l'elevato numero di animali feriti).

Insomma, si tratta di un aspetto direttamente riconducibile al fenomeno del randagismo e di una errata custodia degli animali, che nasce dalla violazione della legge 281/91. Eppure la corretta applicazione della normativa non sembra ancora essere all'ordine del giorno. «I danni al settore agricolo e zootecnico causati dalla fauna selvatica devono essere risarciti non in base a una semplice dichiarazione dell'interessato ma in seguito ad una accurata verifica circa la loro effettiva sussistenza e la loro causa. Inoltre – prosegue Enpa – è essenziale evitare allarmismi infondati e prevedere controlli rigorosi sul rispetto della legge 281/91, della 189/2004, della 157/92; atti normativi disattesi soprattutto a livello locale. In queste leggi è possibile trovare tutte le soluzioni ai problemi causati dai selvatici, ma sono molto spesso in contrasto con gli interesse di quelle stesse categorie sociali in prima linea nel lanciare l'allarme selvatici. Gli unici a rimetterci sono, oltre agli animali, gli agricoltori portati a credere che una politica fallimentare – quella degli spari – possa essere realmente efficace nonostante abbia sempre prodotto conseguenze disastrose. Anche per l'agricoltura».

Facebook
Twitter
LinkedIn