Canili. Enpa appello al Comune: soluzione-ponte per tutelare gli animali

«Seguiamo con grandissima preoccupazione la vicenda dei 650 cani e 50 gatti che dovrebbero essere trasferiti dalle strutture comunali ad altri centri, e condividiamo tutte le richieste rivolte all'attuale amministrazione della capitale per individuare altre soluzioni nel pieno rispetto del benessere degli animali. Naturalmente siamo grati a tutti gli esponenti politici che si stanno adoperando per una positiva soluzione della vicenda». Così la Sezione Enpa di Roma con il suo commissario straordinario Michele Gualano. «E' del tutto evidente – prosegue Gualano – che la “deportazione” degli animali, per la sua stessa natura, sarà causa di fortissimo stress e di danno per la loro salute, mentre restano del tutto aperti gli interrogativi riguardanti le adozioni; il futuro degli animali, forse costretti a rimanere nelle nuove destinazioni; il lavoro generoso di chi quotidianamente segue i cani; il diritto della nostra città a far proseguire l'attività del canile sanitario; i diritti dei cittadini di poter usufruire di servizi preziosi; la possibilità di sopravvivere per gli animali bisognosi di soccorso come ogni giorno avviene a Roma, soprattutto a causa degli investimenti».

Non è certo intenzione della Protezione Animali mettere in discussione le deliberazioni dell'Anac, tuttavia oltre agli aspetti da quest'autorità curati bisogna tenere conto dei bisogni e delle esigenze fondamentali dei cani. E' il caso di ricordare che si tratta di esseri senzienti, non di suppellettili che possono essere spostate da un luogo a un altro. A questo proposito vale la pena riflettere su un altro punto: considerando il numero cospicuo di cani – un numero che non può certo essere movimentato dal giorno alla notte – le autorità comunali, a cui Enpa rivolge un forte appello, potrebbero scegliere il percorso più ragionevole, quello di individuare una soluzione-ponte e poi procedere a norma di legge.

Ciò permetterebbe anche di preservare le funzioni di canile sanitario svolte dalla Muratella (in città non ce ne sono altri) e di assicurare la dovuta e doverosa continuità alle adozioni. «Chi volesse adottare un cane – conclude Gualano – dovrebbe forse vedersi costretto a percorrere chilometri su chilometri da un capo all'altro della provincia o della regione? E chi lo avesse smarrito, dovrebbe forse andare a riprenderselo a Viterbo o in Maremma?»

Facebook
Twitter
LinkedIn