Il ripristino del limite costiero delle 12 miglia per l'estrazione di idrocarburi in Adriatico rappresenta indubbiamente un passo avanti nella tutela dell'ambiente e degli animali, ma l'emendamento del Governo alla legge di stabilità non è abbastanza. «Non si può, come sembra voler fare il Ministro dell'Ambiente, esaltare da un lato l'accordo di Parigi e poi, non appena tornati a casa, “prendere tempo” su uno dei punti qualificanti di quell'intesa; vale a dire il progressivo abbandono dei combustibili fossili», spiega Annamaria Procacci responsabile Enpa per la tematiche legate al Global Warming.
«Se, come dichiara oggi il Ministro Galletti, l'estrazione di idrocarburi è destinata ad essere meno competitiva rispetto ad altre fonti – prosegue Procacci – che senso ha ostinarsi a seguire una strategia energetica devastante per il pianeta e priva di futuro, quale appunto è quella delle trivellazioni, marine e di terraferma?»
Più in particolare, le trivellazioni in mare, come riconosce larga parte del mondo scientifico, hanno un impatto distruttivo sull'ambiente e sugli animali marini. Ben note ormai sono le conseguenze su delfini, balene, capidoglio e tartarughe delle attività “umane” legate alla ricerca del combustibile fossile: non solo per l'inevitabile sversamento delle sostanze usate per l'estrazione dal fondo marino, ma anche per il gravissimo impatto acustico che già oggi è uno dei fattori causa degli spiaggiamenti e della morte degli abitanti del mare.
«L'accordo di Parigi – conclude Procacci – fornisce una cornice di massima al cui interno devono andare ad incastonarsi gli interventi dei singoli Stati firmatari. Il vero pericolo è che una volta calato il sipario, si continuino a rinviare misure improcrastinabili sui combustibili fossili, sul rapporto tra gli allevamenti ed emissioni di gas serra, sui processi industriali … . Governo e Parlamento italiano siano d'esempio alla comunità internazionale e fermino una volta per tutte le trivellazioni, marine e non; ascoltino la grande mobilitazione dei cittadini e di molte regioni, indice di una coscienza ambientale sempre più forte e sempre più presente».