Domani il Senato vota il Collegato Ambientale. Enpa: il Ministro Galletti si desti dal silenzio e risponda agli italiani. No a colpi di mano per caccia selvaggia

Alla vigilia del voto con cui domani, martedì 3 novembre, l'aula del Senato si esprimerà sul Collegato Ambientale, l'Ente Nazionale Protezione Animali lancia un nuovo appello ai senatori e al Governo, affinché vengano scongiurati colpi di mano last minute finalizzati ad autorizzare caccia libera ai cinghiali 365 giorni l'anno, una deregulation che introdurrebbe in Italia un vero Far West. Il medesimo appello che in queste ore e nei giorni passati migliaia di italiani hanno indirizzato alle istituzioni attraverso la pagina Facebook dell'associazione (http://urlin.it/132c9d), chiedendo in particolare al Ministro Galletti di fare chiarezza sulle indiscrezioni che lo vedrebbero fautore della gravissima deregulation venatoria ai danni di questi ungulati.

Nonostante la grande indignazione dei cittadini, il Ministro è rimasto in silenzio rispetto ai ventilati spari in deroga ad ogni regola e limite, che determinerebbero una vera e propria militarizzazione del territorio, tra l'altro al di fuori della normativa sul possesso e sul trasporto delle armi da caccia, con la sospensione dei fondamenti della legge nazionale 157/92. Ad oggi il Ministro non ha affatto chiarito né la sua posizione al riguardo né il senso del tweet che ha inviato la scorsa settimana ("Problema troppi #cinghiali esiste, per abitanti e agricoltura. Affrontarlo è dovere").

«Governo e Parlamento – osserva la consigliera nazionale di Enpa, Annamaria Procacci – non possono e non devono sottovalutare quanto sia rischioso, già nell'ordinaria attività venatoria, l'utilizzo delle armi da caccia; un utilizzo che, con un regime di spari esteso a tutto l'anno, diventerebbe dunque ancora più pericoloso per l'ordine pubblico e per l'incolumità dei cittadini. Come dimostrano i dati dell'Associazione Vittime della Caccia che da fine settembre ad oggi ha censito ben 27 “incidenti” di caccia, cinque dei quali con esito mortale. Ieri, domenica 1° novembre, ultimo grave incidente occorso a un cacciatore impegnato nel Salernitano proprio in una battuta al cinghiale».

«Ancora una volta – aggiunge Andrea Brutti, dell'ufficio Fauna Selvatica di Enpa – è opportuno ribadire che, come riconosciuto dallo stesso Esecutivo e dai dati scientifici, venti anni di fucilate ai cinghiali spesso autorizzate per compiacere il mondo venatorio non hanno prodotto alcun risultato, poiché la pressione dei fucili causa un aumento della fertilità di questi ungulati e la destrutturazione dei branchi con la dispersione sul territorio. Per evitare di ripetere gli errori del passato occorre dunque cambiare strategia, ponendo fine alle attività di ripopolamento, vendita e allevamento di questi animali e puntando su una corretta "gestione" che preveda finalmente lo stop alle fallimentari e pericolose politiche venatorie».

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