Cinghiali. Il Ministro Galletti risponda: vuole davvero militarizzare il territorio con “caccia libera”? Allarme sicurezza, in 8 anni circa 1.000 le vittime delle doppiette

Migliaia di italiani hanno aderito al mail bombing promosso dall'Enpa sulla propria pagina Facebook (http://urlin.it/132c9d) per chiedere al Ministro Galletti di chiarire la propria posizione circa le indiscrezioni relative ad un progetto di caccia libera ai cinghiali dodici mesi l'anno. Indiscrezioni che, sottolinea la consigliera nazionale della Protezione Animali Annamaria Procacci, non sembrano solo rumor. Nei giorni scorsi il Senatore Vaccari, relatore al Collegato Ambientale, aveva infatti presentato un emendamento, poi molto responsabilmente cancellato, con cui si dava via libera proprio alla mattanza di cinghiali. Poco dopo, ad intervenire sull'argomento, era stato lo stesso Ministro con un tweet inquietante ("Problema troppi #cinghiali esiste, per abitanti e agricoltura. Affrontarlo è dovere").

In queste ore migliaia di italiani stanno dunque scrivendo al Ministro Galletti per sapere se egli intenda realmente avallare, o ancor peggio promuovere una misura che, oltre ad essere del tutto inutile dal punto di vista della corretta “gestione” dei cinghiali, determinerebbe una vera e propria militarizzazione del territorio, con evidenti e gravissimi pericoli sia per l'ordine che per l'incolumità pubblica. Infatti, al di là di una emergenza cinghiali tutta da dimostrare, oggi l'unico dato certo (ma approssimato per difetto) è quello relativo al numero di persone morte o ferite in incidenti collegati (direttamente o indirettamente) alla caccia, che, stando ai dati dell'Associazione Vittime della Caccia, dal 2007 ad oggi ha causato circa 1.000 vittime.

«Il dato, di per sé scioccante, si riferisce solo al periodo di “regolare” svolgimento dell'attività venatoria, quello normato dalla legge 157/92 . Ora – spiega Procacci – proviamo ad immaginare, e lo facciano soprattutto il Ministro dell'Ambiente e il Ministro dell'Interno, cosa accadrebbe se il progetto di armare gli agricoltori e di autorizzare gli spari 365 giorni l'anno dovesse andare in porto. Davvero il Ministro è disposto a convivere con il peso di questa responsabilità morale? Davvero il nostro parlamento e il nostro Esecutivo sono disposti a tollerare una norma che, di fatto, stravolgerebbe il principio della legittimazione all'uso e al trasporto delle armi?»

«Come alto responsabile istituzionale e come nostro rappresentante – aggiunge Andrea Brutti dell'Ufficio Fauna Selvatica di Enpa – il Ministro Galletti ha il dovere di interrompere il suo silenzio e di rispondere ai cittadini italiani. E nel caso in cui non potesse o non volesse farlo, ha il dovere di dimettersi perché dimostrerebbe di non essere in grado di rispettare il proprio mandato istituzionale. Noi tutti guardiamo con molta attenzione a martedì 3 novembre quando nell'aula di Palazzo Madama si concluderà l'esame del disegno di legge Collegato Ambientale con il voto del tanto dibattuto articolo 6 in materia venatoria».

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