Cinghiali. Incidente in Toscana, Enpa: non c’è un “allarme selvatici”. Basta con le politiche venatorie causa vera di incidenti e squilibri ambientali

L'Ente Nazionale Protezione Animali, nell'esprimere il proprio cordoglio per la morte dell'automobilista 39enne deceduto la scorsa notte nel Livornese dopo che la sua auto si è scontrata con un cinghiale, torna a lanciare l'allarme sulla sicurezza per il nostro territorio e per la nostra rete stradale. «Non abbiamo elementi per fare luce sull'esatta dinamica di questo tragico evento – dichiara l'Enpa – tuttavia è accertato che la maggior parte degli incidenti con animali sono causati dalla mancata messa in sicurezza delle nostre strade e più in generale del territorio, troppo spesso lasciato gestire dal mondo venatorio, nonché dalla velocità sostenuta degli autoveicoli. Velocità che, oltre a ridurre molto il tempo di frenata, impedisce agli automobilisti di ricorrere a manovre d'emergenza per evitare ostacoli inattesi».

Non esiste dunque né un'”allarme cinghiali”, né un'”allarme fauna selvatica”; c'è, invece, un'emergenza legata alla mancata applicazione di misure di sicurezza sulle strade (soprattutto quelle in boschi e parchi), più volte sollecitate da Enpa al posto dell'inutile ricorso agli spari che avviene da oltre venti anni per accontentare la lobby venatoria. Gli incidenti verificatisi in questi giorni (nell'Aquilano prima che nel Livornese) dimostrano pertanto l'urgenza di prevedere non solo una segnaletica adeguata, visto che quando essa è presente si trova spesso in cattivo stato di manutenzione, ma soprattutto dispositivi (come autovelox e dossi) progettati per limitare la velocità degli autoveicoli e per evitare distrazioni alla guida.

Uccidere gli animali a fucilate o con altri sistemi, come sembrano suggerire più o meno velatamente alcune associazioni di categoria, non è e non è mai stata una soluzione. Al punto che è proprio il Governo italiano che con le sue risoluzioni si è chiaramente espresso sull'inutilità degli abbattimenti.
Invece, è con la messa in sicurezza delle strade che si possono evitare incidenti con i selvatici; è con l'applicazione dei metodi ecologici prioritari che si possono “correggere” eventuali squilibri tra le specie per legge; è con le recinzioni, ad esempio, che si evitano possibili danni alle coltivazioni; e con i controlli sugli allevamenti abusivi, sul commercio illegale, sul foraggiamento incontrollato, sul mercato nero della ristorazione che bisognerebbe seriamente intervenire. «E' dunque incomprensibile – aggiunge Enpa – che le associazioni di categoria invece di affrontare il problema alla radice, chiedendo ad esempio lo stop ai ripopolamenti venatori (vera causa di squilibri ambientali e faunistici) si trovano spesso ad appoggiare in modo più o meno esplicito inutili campagne di uccisione».

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