Se non è una favola poco ci manca. Il cane Mio, la cui storia è stata raccontata dalle pagine Corriere della Sera, per più di dieci anni ha vissuto da randagio nel parcheggio della Telecom di via di Val Cannuta, a Roma. Benché non amasse farsi accarezzare né coccolare, Mio era diventato il beniamino di tutti; un vero e proprio “cane di quartiere” cui nessuno faceva mai mancare una ciotola piena d'acqua e di croccantini. Fino a quando, in un campo non molto lontano dalla sede dell'azienda, non è stato trovato agonizzante con le ferite causate da un brutto incidente stradale, il cui responsabile si è dato alla fuga. Ma è stato proprio allora che i lavoratori dell'azienda hanno aiutato il cagnetto con uno straordinario gesto di generosità: hanno sostenuto per intero le cure veterinarie di Mio lanciando una sottoscrizione cui hanno aderito anche i dipendenti di altre sedi Telecom. Alla fine il piccolo-grande randagio non solo ce l'ha fatta ma ha anche trovato una famiglia, da cui finalmente accetta carezze e coccole in abbondanza.
Nei giorni scorsi, la presidente nazionale dell'Enpa, Carla Rocchi, commossa da questo straordinario gesto di generosità ha scritto una lettera per ringraziare tutti coloro i quali hanno reso possibile il miracolo, regalando al cane Mio la possibilità di tornare a vivere. Ecco, di seguito, ciò che scrive la presidente di Enpa.
Carissime e carissimi,
la drammatica storia del cane Mio ha emozionato e tenuto con il fiato sospeso tutta l'Italia. Nel corso della sua vita Mio ha toccato con zampa i differenti e gli opposti comportamenti dell'essere umano. E la sua vicenda ci ha dimostrato, ancora una volta, quanto dalla scelta di una nostra azione dipenda la felicità, o la sofferenza, di altri esseri viventi.
Mi sono commossa leggendo quanto accaduto a questo simpatico cagnolino. Vero e proprio spirito libero, amante di una vita priva di catene, di gabbie e di imposizioni.
Per Mio la parola libertà non ha mai significato solitudine o tristezza, perché nel suo quotidiano gironzolare ha sempre trovato la vostra generosità, la vostra attenzione e il vostro rispetto. Lo avete accolto accettando il suo desiderio di vivere senza padroni, lasciandolo libero, ma senza mai negargli una cuccia, una ciotola d'acqua e del cibo.
Purtroppo la sua ricerca della felicità si è scontrata con l'irresponsabilità di un pirata della strada che, dopo averlo investito con la propria macchina, non si è nemmeno preoccupato di fermarsi a soccorrerlo.
Ma il legame che avevate costruito con Mio era troppo importante per potersi spezzare così. Prima il ritrovamento, poi la corsa per salvargli la vita, quindi la catena di solidarietà che avete promosso per raccogliere i soldi necessari a pagargli le cure e, infine, l'adozione.
