Caccia con l’arco in Emilia Romagna: anche la senatrice Amati dice no

Pubblichiamo di seguito il testo di una missiva che la senatrice Amati che ha inviato all'assessore all'agricoltura dell'Emilia Romagna, Simona Caselli, prendendo posizione contro la possibilità che in Emilia Romagna venga autorizzata la caccia con l'Arco. La senatrice non ha mancato di evidenziare come altre due regioni italiane, Liguria ed Umbria, che avevano inizialmente preso in considerazione il via libera a tale pratica, hanno poi fatto marcia indietro archiviando il progetto.



Gentile Assessore,



come Responsabile Pd del Settore Tutela e Salute degli Animali, le scrivo in merito alla questione della proposta di modifica del regolamento regionale per la gestione faunistica-venatoria dell'Emilia-Romagna, che comporterebbe l'ampliamento delle modalità di prelievo venatorio, includendo la caccia con l'arco.



Il problema mi è stato segnalato da numerosi cittadini e associazioni animaliste, che manifestano preoccupazione e indignazione rispetto a questa possibilità, che si ritiene porti con sé il rischio di incrementare il dolore e le sofferenze degli animali colpiti.



So bene che la Legge nazionale non prevede divieti e che il parere dell'Ispra rende tecnicamente possibile questo tipo di modifiche, ma vorrei far presente che una decisione in tal senso, non rifletterebbe in alcun modo la profonda trasformazione culturale in tema di tutela degli animali ormai completamente avvenuta nella nostra società.



Troppo spesso Regioni ed Enti locali, anche ottimamente amministrati, adottano in quest'ambito politiche che non rispondono alla sensibilità diffusa e trasversale profondamente radicata nell'opinione pubblica e confermata dai dati Eurispes del 2014, che rilevano, peraltro, che il 78.8% degli italiani è contrario alla caccia in tutte le sue forme.



Per quanto riguarda la caccia con l'arco, recenti esperienze in Umbria e Liguria hanno portato quelle Giunte a non percorrere la strada dell'allargamento dei permessi, pur avendone in un primo momento preso in considerazione la possibilità. Si tratta di Regioni notoriamente attente alle richieste avanzate dalle associazioni venatorie, ma evidentemente sensibili anche al profondo dissenso manifestato dai cittadini e alle lunghe polemiche diffuse sui media.



Nella speranza che possa valutare positivamente queste considerazioni, le porgo cordiali saluti.






Facebook
Twitter
LinkedIn