Corrida, dalle parole ai fatti: “La Coruna” saluta la tauromachia

Alle parole stanno seguendo i fatti. Il neosindaco di La Coruna (Spagna), Xulio Ferrero, eletto tra le fila di “Marea Atlantica”, ha mantenuto le promosse elettorali (come Podemos, “Marea Atlantica” che, a tale “partito” si richiama, è un movimento politico contrario alla tauromachia) sospendendo la corrida nella città galiziana. Un passo storico che, come prevedibile, non ha mancato di suscitare le proteste di chi ancora difende una pratica arcaica e insensata; una pratica che, come dimostrano le crescenti prese di posizione di chi vuole abolirla, potrebbe finalmente avere i giorni contati. Su questo fronte si sta muovendo, sempre in Spagna, anche la municipalità di Saragoza, città della Comunità Autonoma dell'Aragona, dove la strada che si è scelto di percorrere non è quella del divieto ma dello stop ai finanziamenti pubblici.

D'altro canto, per la corrida sono tempi duri anche al di fuori dei confini spagnoli. E' il caso della Francia – qui la tauromachia si pratica ancora in qualche città del Sud – dove la Corte d’Appello di Parigi ha rimosso la corrida dal Patrimonio Culturale Immateriale (PCI) di Francia.

Insomma, si tratti di divieto vero e proprio o di prosciugamento dei canali finanziari pubblici, la corrida potrebbe aver imboccato il viale del tramonto. Con buona pace dell'Unione Europea che nelle settimane passate ha confermato i finanziamenti agli allevatori di tori, sottraendo in tal modo risorse a settori ben più virtuosi, vitali e bisognosi della tauromachia. Evidentemente, le “regole dell'austerity” valgono per molti ma non per tutti.

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