Toscana. Allevatori “estremisti” chiedono l’abbattimento dei lupi. L’Enpa: proposta surreale. Sì ai rimborsi dei danni ma solo per chi si dimostra responsabile e rispettoso delle leggi

«Invitiamo tutti a non perdere contatto con la realtà sostenendo o, peggio ancora, fomentando proposte insensate, oltreché impraticabili». Così l'Enpa sulla proposta avanzata dai pochi allevatori che hanno partecipato all'assemblea di Manciano (Grosseto), i quali, con il supporto anche di Coldiretti e Cia ma non dalla ASL e dalla Provincia, hanno chiesto di modificare la normativa nazionale per consentire di abbattere a fucilate i presunti lupi che si fossero trovati a vagare nella zona.

«La Protezione Animali ritiene doveroso, per correttezza e senza strumentalizzazioni, dialogare con tutti gli allevatori diligenti e responsabili nella custodia degli animali; vale a dire tutti coloro che non lasciano agnelli e pecore senza sorveglianza, in balia di possibili predazioni, rispettando quindi le leggi e il territorio che li ospita», spiega Marco Bravi, Presidente del Consiglio Nazionale Enpa e coordinatore regionale Enpa per la Toscana. «Se costoro, nonostante tutte le misure prese, dovessero subire un danno, è giusto che si vedano rimborsato il dovuto nel più breve tempo possibile. Invece – prosegue Bravi – riteniamo assurdo che una esigua minoranza di allevatori, spalleggiati da qualche rappresentante politico locale o da qualche associazione di categoria, dopo tanti anni stia ancora a discutere degli abbattimenti, ovvero di un percorso impraticabile da un punto di vista sia etico che giuridico».

«E' bene si sappia – precisa Andrea Brutti, dell'ufficio fauna selvatica della Protezione Animali -che la maggior parte dei "danni" sono causati dai cani, spesso non sterilizzati e neanche microchippati, che gli stessi allevatori lasciano liberi di vagare sul territorio. Animali che, in questo modo, hanno la possibilità di riprodursi alimentando così la piaga del randagismo. Inoltre è evidente e ovvio, o quanto meno lo dovrebbe essere, che, se gli animali allevati vengono lasciati in balia di loro stessi senza alcuna sorveglianza, recinzione o tutela, il rischio naturale di una predazione aumenta in maniera esponenziale. Pertanto le associazioni di categoria, invece di accogliere le richieste avanzate da pochi estremisti, dovrebbero lavorare per la prevenzione di possibili danni e la promozione dei numerosi metodi che consentono di mantenere in sicurezza gli animali. E chi non vuole collaborare, dovrebbe essere escluso da ogni possibilità di rimborso».

L'Enpa, infine, si rivolge alle istituzioni. «Come abbiamo già ampiamente dimostrato, siamo pronti a collaborare con gli enti interessati, per aiutare agricoltori e allevatori, anche a sterilizzare e microchippare i cani. Ma, al contempo, è necessario che i sindaci e le autorità competenti prevedano controlli efficaci sul territorio sanzionando chi si ostina a eludere la legge, anche 281/91, che risulta spesso essere inapplicata. A pagare – conclude Bravi – non possono essere sempre gli animali e i cittadini onesti».

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