Animali. Stop della UE alla clonazione per produzioni alimentari, Enpa: passo di civiltà minacciato dal TTIP. Il negoziato non deve cancellare regole e valori europei

«Lo stop alla clonazione degli animali a fini di produzione alimentare, votato ieri a larghissima maggioranza dalle Commissioni Agricoltura e Ambiente del Parlamento Europeo, è una vittoria della cultura europea, anche in base a quelle valutazioni sulla sofferenza degli animali, che sono state condotte negli ultimi anni, sia per quanto riguarda le madri surrogate, sia per quanto riguarda i piccoli “cloni”». Lo dichiara la consigliera nazionale di Enpa, Annamaria Procacci, all'indomani della votazione degli eurodeputati su un tema così spinoso e mobilitante per le coscienze dei cittadini europei. «Ma il fatto ancora più significativo della votazione di ieri – prosegue Procacci – è che questa decisione pone anche il divieto sugli alimenti derivati, come carne e latte, e su quelli provenienti da Paesi terzi. Questo significa che nell'Unione Europea non potranno essere importati generi alimentari ricavati da animali clonati».

In attesa che nel prossimo settembre l'intera assemblea parlamentare si esprima sul tema, il voto di ieri rappresenta comunque una vittoria di civiltà, auspicata da milioni di europei. Ma si tratta di una vittoria che potrebbe essere presto vanificata se dovessero andare in porto le trattative sul TTIP, il trattato di libero scambio tra Usa ed Europa finalizzato a creare la più grande area di mercato del pianeta con 750 milioni di “consumatori”. «Negli Stati Uniti – spiega Procacci – la clonazione di animali per la produzione alimentare è ammessa. Non vogliamo che in nome della “armonizzazione” delle regole e delle tariffe tra USA e UE, e della rimozione degli “ostacoli” normativi, le conquiste europee anche a tutela del benessere degli animali vengano spazzate via. Il TTIP è un “accordo” basato solo su una visione mercantile del mondo e della società, mentre in quest'ultima vivono valori e principi che non possono e non devono essere ignorati». 

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