Saphira aveva solo 12 anni, era in perfetta salute e aveva una giovanissima proprietaria che la adorava e dalla quale è stata portata via per sempre, ignobilmente caricata su un camion e macellata.
Era il 28 luglio quando il padre della ragazza (formalmente proprietario) contattò l'Ihp, raccontandoci che Saphira era stata dichiarata sieropositiva all’anemia infettiva equina a seguito dei test di controllo. Aveva trovato i nostri contatti su internet, grazie ai tanti articoli pubblicati sulla materia, e ci chiedeva aiuto per trovare una soluzione per salvare la vita della cavalla poiché – a suo dire – sia l’Asl che il proprietario del centro ippico che la ospitava a Cazzago San Martino (Brescia) gli avevano prospettato solamente le ipotesi della macellazione o dell’abbattimento.
L'IHP si subito è interessata al caso chiedendo copia della documentazione, salvo poi scoprire con sconcerto che la cavalla era stata inviata al macello il giorno prima.
Da molti anni l'associazione promuove iniziative per informare proprietari e addetti ai lavori sulla scarsa pericolosità dell’anemia infettiva equina, comprovata sia dai più recenti studi scientifici (presentati anche durante il convegno internazionale del 1 ottobre 2012 promosso dal Ministero della Salute e dal CRAIE, Centro di Referenza Nazionale per l’Anemia Infettiva Equina) che dagli orientamenti normativi. Inoltre, molti cavalli sieropositivi e perfettamente sani sono stati accolti in passato presso il centro di recupero, gestito dall'associazione, per sottrarli all’isolamento forzato, in assenza di alternative. Questi cavalli vivono liberi e non hanno mai manifestato alcun sintomo riconducibile alla malattia.
(Video IHP sull’AIE: https://www.youtube.com/watch?v=ezxGqzwcV38)
Alla luce di ciò, l'IHP ha inviato un esposto all’Ordine dei Veterinari della Provincia di Brescia, per chiedere di far luce sul comportamento dell’Asl che, lungi dal fornire tempo e alternative al proprietario per trovare soluzioni finalizzate al benessere dell’animale – sempre secondo quanto riferitoci dal proprietario stesso – avrebbe invece avallato le pressioni di alcuni membri del circolo ippico affinché la cavalla venisse “eliminata” al più presto, visto che la sua permanenza avrebbe prolungato il fermo sanitario della struttura: poiché la cavalla era stata registrata sul passaporto come DPA (destinata alla produzione alimentare…perché al proprietario era stato spiegato che “va registrata così”), niente di più facile che mandarla velocemente al macello.
Tale comportamento sembra non solo eticamente inaccettabile, ma anche non in linea con l’orientamento del Ministero che, col passare del tempo dall’avvio del primo piano di controllo, ha sempre più modulato le ordinanze e le circolari a favore del mantenimento in vita e in condizioni di benessere degli equidi sieropositivi.