Daniza, accolto ricorso dell’Enpa: no all’archiviazione

«[Il Veterinario non ha avuto]un'adeguata capacità di contrastare in modo efficace la complicanza della narcosi sostanziatasi nell'ipossiemia indotta dall'uso della medetomidina. Nel momento topico si è verificato un inappropriato approccio da parte del veterinario». Questo, come riferito da fonti di stampa, il ragionamento con cui il Gip di Trento ha respinto la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura in merito all'inchiesta sulla morte di mamma-orsa.

Una morte che l'Ente Nazionale Protezione Animali ha fin dal principio ritenuto essere un caso pieno di zone d'ombra. E proprio per questo a fine dicembre, quando la Procura di Trento aveva richiesto l'archiviazione, la Protezione Animali aveva presentato ricorso contro tale provvedimento. «Tutta la vicenda che ha portato alla morte dell'orsa – dichiara l'Ente Nazionale Protezione Animali – dalla presunta aggressione all'altrettanto presunto cercatore di funghi, fino al provvedimento di cattura e alla successiva telenarcosi, presenta moltissimi punti oscuri».

Troppi, secondo l'Enpa, per poter pensare ad una fortuita concatenazione di eventi. «Archiviare il procedimento – osserva l'Enpa – sarebbe equivalso ad una resa: la rinuncia a sbrogliare una matassa intricata, accertando eventuali condotte colpose o peggio ancora dolose e chiamando i responsabili, specie se pubblici ufficiali, a rendere conto delle loro azioni. La morte di Daniza è un fatto scandaloso e quei milioni di italiani che hanno dato vita ad una mobilitazione senza precedenti pretendono sia accertata la verità e chiedono sia fatta giustizia, come chiedono di avere notizie ufficiali anche sui due cuccioli, che – ci auguriamo – siano ora in letargo».

 

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