Entro il 2017 stop al piombo nell’ambiente: i proiettili dovranno essere in leghe non tossiche

La decisione presa in sede Onu – osserva il Coordinamento Protezionista Veneto – è importantissima ma arriva in ritardo poiché l’inquinamento da piombo si è ormai sedimentato su vastissime aree, ora contaminate. Ad esempio, in provincia di Vicenza, dove la pressione venatoria ha pochi eguali in Italia, dai primi anni 60 ad oggi circa ventimila cacciatori hanno sparato nell'ambiente la cifra iperbolica di quattordicimila tonnellate di piombo. Enormi quantità di questo pericolosissimo metallo sono state sparse nei boschi e nelle zone coltivate, soprattutto nella fascia pedemontana dove si snoda l'“autostrada” usata dai passeriformi per le migrazioni. Per fare un paragone, l’equivalente di 810 autobetoniere a quattro assi o circa 18.000 automobili utilitarie. 

Il piombo non si disperde ma tende a stazionare nei primi uno/due centimetri di terreno, creando una concentrazione di 436 mg/kg; tenendo presente che la concentrazione massima di questo metallo stabilito dal D.L. n° 152 del 3 aprile 2006 fissa in 100 milligrammi per ogni chilogrammo di terreno, si evince che i valori oggi potrebbero superare di ben quattro volte il limite massimo. Tali dati sono confermati anche dalle analisi sperimentali di laboratorio effettuate n

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