Daniza, l’Enpa si oppone all’archiviazione: epilogo inaccettabile che non rende giustizia

L'Enpa si opporrà al provvedimento di archiviazione formulato dal procuratore capo di Trento per la morte dell'orsa Daniza; contestualmente la Protezione Animali formulerà una richiesta di accesso agli atti per conoscere gli esiti delle necroscopie condotte sule corpo dell'orsa. «E' inammissibile – commenta l'Enpa – che la vicenda di mamma orsa si chiuda in questo modo, con un nulla di fatto che non fornisce alcuna risposta alla domanda di giustizia della stragrande maggioranza degli italiani, i quali, lo ricordiamo, nei mesi scorsi hanno dato vita ad una mobilitazione senza precedenti, prima per salvare l'animale dalla cattura poi per protestare contro la sua uccisione».

Secondo l'Enpa, nella vicenda di Daniza i conti non tornano, anche perché se da un lato si ravvisano gli estremi per il “non luogo a procedere”, dall'altro la stessa Procura riconosce che qualcosa, nelle procedure di narcosi dell'animale, non ha funzionato. In particolare, come riferiscono fonti di stampa, vi sarebbe stata “una non adeguata capacità del veterinario di contrastare in modo efficace la complicanza della narcosi”. La situazione dunque è paradossale: un responsabile c'è, ma non può essere perseguito.

«Vorremmo capire – prosegue l'Enpa – come sia possibile che un'operazione normata così delicata, come la telenarcosi di un animale particolarmente protetto, venga affidata a qualcuno che non abbia una “adeguata capacità” di prevedere ed eventualmente contrastare possibili complicanze legate all'intervento. A nostro avviso questo non alleggerisce le responsabilità della “catena di comando”».

Quella di Daniza dunque è stata una morte annunciata. D'altro canto, non appena la Provincia e le altre autorità hanno fatto sapere di volere procedere alla cattura di mamma-orsa, l'Enpa, insieme alle altre associazioni animaliste ha lanciato l'allarme circa i possibili pericoli per l'incolumità dell'animale. Un allarme che – ribadisce l'Enpa – è stato volutamente e deliberatamente ignorato.

«Oggi – conclude la Protezione Animali – nessuno può sostenere di non essere stato a conoscenza dei pericoli cui si andava incontro. Continuiamo ad essere convinti che la barbara uccisione di Daniza chiami in causa responsabilità di natura non soltanto politica (che dovranno essere sanzionate dai cittadini in sede elettorale) ma penale; responsabilità che, nonostante la richiesta di archiviazione, riteniamo ancor più necessario siano fatte valere».

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