SPIUMATURA DELLE OCHE: DOPO IL SERVIZIO DI REPORT SU RAI3, OGGI IL TITOLO MONCLER PERDE IL 3,5% IN BORSA

«Seguire i principi etici, oltre alle leggi del profitto è una scelta che paga. Sempre. Lo dimostra lo scivolone del titolo Moncler che oggi ha perso il 4,8% in borsa dopo l'inchiesta con cui Report denuncia il maltrattamento delle oche sfruttate nel processo di produzione dei piumini. Animali che si vedono strappare a forza la loro seconda pelle, in modo tanto brutale quanto violento, e con esiti che quando non sono fatali procurano loro gravissime ferite. Benché, non venga provato in modo certo e inequivocabile il sospetto coinvolgimento di Moncler in questo tipo di “commercio”, oggi il noto marchio italiano ha pubblicato una smentita dalle pagine del proprio sito internet. «L’associazione del nome Moncler a pratiche illegali e vietate dal nostro Codice Etico, è impropria – scrive il produttore -. I nostri fornitori di piuma sono tutti basati in Italia, Francia e Nord America.» 
 
Dal canto suo, come rende noto il “sole 24 Ore”, la società di investimenti Exane Bnp Paribas in una sua informativa ai clienti mette in relazione il calo della quotazione con “le critiche ai sistemi di produzione emerse nella trasmissione televisiva Report andata in onda ieri sera sui canali Rai”. Dello stesso avviso la banca di Investimento Intermonte Sim. «Riteniamo che il programma abbia fatto pubblicità negativa al brand sulla clientela italiana», hanno detto gli analisti, aggiungendo che l'utilizzo di materia prima con origine animale espone al rischio di sensibilizzazione da parte di gruppi animalisti. 
 
Resta, come denunciato da Report, il problema legato alla tracciabilità del prodotto e ai buchi di una normativa – quella europea – che possono essere sfruttati da allevatori senza scrupoli per arricchirsi sulla pelle degli animali. Per questo, l'Enpa torna a ribadire la necessità di regole certe che evitino qualsiasi forma di maltrattamento agli esseri senzienti non umani. «Il caso in questione – commenta la Protezione Animali – dimostra che i consumatori sono sempre più consapevoli e sensibili a quanto avviene nei processi produttivi e sono sempre meno disposti a tollerare che questi vengano posti in essere sulla pelle di altri esseri viventi, adeguando di conseguenza i propri comportamenti d'acquisto.»
Facebook
Twitter
LinkedIn