Oltre al danno la beffa: i due veterinari in servizio presso la Asl 1 dell'Aquila, che nel settembre 2013 sono stati condannati in via definitiva per l'uccisione di nove cuccioli di cane (sentenza della Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza 9 aprile – 23 settembre 2013, n. 39053), non sono mai stati radiati né sollevati dal loro incarico pubblico; inoltre sembrerebbe anche che uno dei due sarebbe in corsa per una promozione. E su questa surreale vicenda, la Commissione Cceps del Ministero della Salute, che ha il compito di esprimere pareri su sanzioni disciplinari a carico del personale medico-veterinario, non ha ancora preso posizione.
Per questo, l'Ente Nazionale Protezione Animali, che ha più volte sollecitato la radiazione dei due medici dall'Ordine – sollecitazioni che ad oggi non hanno avuto alcun riscontro – ha promosso una petizione al Ministeri della Giustizia e della Salute con la quale esorta anche i cittadini ad chiedere un intervento delle autorità affinché sia posta fine a tale situazione di evidente illegalità. In particolare, con la petizione si chiede che i due medici, siano immediatamente radiati dall'Ordine e sollevati dal loro incarico pubblico vista l'incompatibilità del ruolo di pubblico ufficiale e di polizia giudiziaria, nonché incarico di pubblico servizio, con la condanna definitiva per un crimine così efferato.
Tra le richieste formulate dalla Protezione Animali anche quella di una revisione della norma, risalente al 1946, che disciplina le professioni sanitarie e la commissione CCEPS, e che rende lungo, farraginoso e complesso il procedimento di allontanamento dai loro incarichi delle persone con condanne definitive e per reati attinenti alla professione svolta. «Questa – commenta l'Enpa – è una situazione tanto più grave in quanto il ruolo del veterinario pubblico è quello di denunciare i reati in danno agli animali, non di commetterli».