E’ GIALLO A CATANIA PER LA SOSPENSIONE DEL SERVIZIO DI ASSISTENZA AI RANDAGI DENUNCIATA DALL’ENPA

Secondo il Comune di Catania quei documenti dai quali emergerebbe la sospensione del servizio di recupero e di assistenza ai cani randagi (a partire da inizio novembre) – un obbligo che ricade sui sindaci, come previsto dalla legge 281/91 – sarebbero il frutto di un errore, di una svista; la gaffe di un malcapitato funzionario. Eppure la Sezione Enpa di Catania, che nei giorni scorsi aveva denunciato il fatto, continua a non vederci chiaro. «Dal 20 ottobre gli uffici comunali sono a conoscenza che se non si fosse provveduto alla copertura finanziaria, l'unico canile disposto a concedere una manciata di box ai vaganti catanesi avrebbe interrotto anche gli ingressi», raccontano i volontari alla “Sicilia”. Lo prova un documento interno all'amministrazione comunale dal quale si apprende di una mancata copertura finanziaria, pari a circa 25mila euro, che sarebbe all'origine dell'interruzione del servizio. Ma per il Comune di Catania è tutto in ordine: la missiva sarebbe solo frutto della svista di un funzionario distratto. Una spiegazione, questa, che i volontari catanesi ritengono del tutto inadeguata e per la quale chiamano in causa il Sindaco Enzo Bianco, chiedendo un suo intervento personale. Con l'ulteriore auspicio che l'indagine interna sul “funzionario distratto”, preannunciata dall'amministrazione comunale, non si nell'ennesimo “scaricabile”. 

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