ENPA: STOP AI TEST SUGLI ANIMALI PER PROTEGGERE TUTTE LE MAMME DEL PIANETA, A PRESCINDERE DALLA SPECIE

In occasione della festa della mamma, che ricorre domenica 11 maggio, l'Enpa ricorda che la ricerca e la sperimentazione – in Italia, come in molti altri Paesi – viene praticata prevalentemente sugli animali. Un metodo, questo, mai validato scientificamente e che non produce benefici per la salute dell'uomo ma che, ciononostante, non esita a negare il rispetto dovuto a tutti gli esseri senzienti non umani. Soltanto in Italia, ogni anno vengono utilizzati circa 900 mila animali, quasi 2.500 al giorno. Si tratta soprattutto di topi e ratti (95%), ma si sperimenta anche su cani, gatti, pesci, pecore, capre, piccioni, furetti, rettili. Con queste specie, l’essere umano non ha alcuna affinità e pensare di utilizzare per l’uomo i risultati ottenuti su di esse, è un errore scientifico fondamentale. 
 
Sperimentazione animale e vivisezione dunque sono le facce della stessa medaglia e sono causa di dolore, sofferenza, deprivazioni e morte. La sperimentazione animale è “cattiva scienza” come è stata definita dalla prestigiosa rivista scientifica “Nature” ormai nel 2005. D'altro canto, esistono numerosi istituti, scienziati e ricercatori che promuovono metodi sostitutivi alla sperimentazione animale. Malgrado la crescente opposizione che incontra nella comunità scientifica, la sperimentazione animale sopravvive sulla spinta di interessi economici estremamente rilevanti, e ben poco interessati a migliorare la nostra salute. Lo conferma il fatto che ogni anno, solo in Europa, circa 200 mila persone muoiono a causa degli effetti collaterali causati dai farmaci. Effetti collaterali che rappresentano la quarta causa di morte nei Paesi industrializzati.
 
E' dunque giunto il momento di promuovere il nuovo paradigma che sta emergendo nella cultura scientifica; un paradigma olistico in cui si tenga conto della complessità dei sistemi viventi, ed in cui animali e uomini non siano più considerati alla stregua di macchine. Soltanto con la fine della cattiva scienza sarà possibile proteggere, tutelare e garantire tutte le mamme del pianeta, a prescindere dalla specie. Lo chiede l'Enpa, ma lo chiedono soprattutto la stragrande maggioranza degli italiani, l'89.3% dei quali si schiera dalla parte della “buona scienza”. Per questo è fondamentale sostenere istituti di ricerca ed associazioni che non eseguono test su esseri viventi non umani, e che in tal modo tutelano realmente la salute delle persone e promuovono la vera ricerca scientifica. 
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