ALLUVIONI E DISSESTO IDROGEOLOGICO. IN EMILIA ROMAGNA UN PREOCCUPANTE “SCARICABARILE” SULLA FAUNA SELVATICA

«Apprendiamo, non senza una certa sorpresa, che, secondo i tecnici incaricati dalla Regione Emilia Romagna, le vere cause delle alluvioni e del dissesto idrogeologico non sarebbero né la cementificazione né i cambiamenti climatici. E neanche l'inquinamento o i mancati interventi di manutenzione e di bonifica su un territorio che appare sempre più abbandonato a sé stesso. Apprendiamo, infatti, che le cause di tutto questo sarebbero volpi, tassi ed in generale la fauna selvatica.» Così l'Ente Nazionale Protezione Animali commenta la relazione tecnica sull'alluvione che lo scorso gennaio ha colpito l'Emilia. 
 
«A questo punto ci manca solo che agli animali venga attribuita anche la responsabilità di carestie, piaghe bibliche, terremoti e di ogni altro male possibile. In realtà – prosegue l'Enpa –, prendersela con gli animali denota una preoccupante dose di superficialità. Quella stessa superficialità che spinge ad investire risorse non per la messa in sicurezza del nostro disastrato territorio, ma per inutili e crudeli operazioni di abbattimento della fauna selvatica.»
 
Operazioni che, alla prova dei fatti, non hanno mai risolto le presunte situazioni di sovrannumero poiché esse non agiscono sui fattori che ne sono alla base, creando in tal modo squilibri ambientali. Infatti, Se ci fossero più siepi e più aree con vegetazione spontanea, gli animali selvatici eviterebbero di andare a farsi la tana vicino ad un fiume; se le discariche a cielo aperto e l'immissione di fauna a fini venatori non rendessero così facile il reperimento di cibo, gli animali selvatici frequenterebbero altre zone; se la distruzione degli habitat non privasse le specie dei loro territori naturali, esse non sarebbero spinte a cercarne altri, magari prossimi ad insediamenti urbani o ad infrastrutture antropiche.
 
«La verità è che si fa di tutto pur negare la grave responsabilità dell'uomo per gli eventi alluvionali, causati in prima istanza dalla cementificazione degli argini, dall'agricoltura intensiva che “colonizza” persino i suoli adiacenti ai corsi d'acqua e dalla mancanza delle necessarie opere di manutenzione sugli stessi – prosegue l'Enpa – . La verità è che non pochi amministratori sono tentati dallo sfruttare “l'allarme animali” per compiacere alcune categorie ben individuate. Per questo, ci auguriamo che nello staff tecnico dell’ex presidente Errani siano presenti non solo ingegneri, ma anche naturalisti e rappresentanti di associazioni che possono contribuire a contrastare realmente situazioni di dissesto idrogeologico.» 
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