«E' assolutamente inconcepibile che il canile di Reggio Calabria, i cui lavori di realizzazione si sono ultimati nel 2008, non sia mai diventato operativo e non abbia mai dato il suo preziosissimo supporto a uno dei territori italiani con la maggior incidenza di abbandoni e randagismo.» Lo dichiara la presidente nazionale dell'Enpa, Carla Rocchi, che prosegue: «In quale Paese civile associazioni e privati cittadini sono costretti ad un atto di forza, quale appunto l'occupazione di una struttura, per vedere correttamente applicata la legge? Quale Paese civile, in tempi di crisi e di “spending review”, può permettersi di “congelare” per sei lunghi anni i 650mila euro impegnati per la costruzione del canile e mai messi compiutamente a frutto?»
«Il punto è che, finora, a Reggio Calabria è mancata la volontà politica di risolvere il problema randagismo, altrimenti non si spiega come sia stato possibile nel giro di una manciata di giorni, per di più su iniziativa di un soggetto che di certo non ha la stessa disponibilità economica di un ente pubblico, conseguire risultati ma raggiunti negli anni passati – aggiunge Rocchi -. Questo dovrebbe far riflettere quanti sono chiamati a vigilare sull'operato delle istituzioni locali, i quali dovrebbero spiegare all'opinione pubblica italiana il recondito motivo per il quale il canile comunale non è mai stato operativo, lasciando animali e persone privi delle più elementari forme di assistenza.»