Pubblichiamo di seguito il testo di una lettera che i parlamentari PDSilvana Amati, Monica Cirinna', Erica D'adda, Manuela Granaiola, Sergio Lo Giudice, Stefania Pezzopane, Laura Puppato, Annalisa Silvestro, Daniela Valentini, hanno scritto al premier Matteo Renzi per esprimere il proprio disappunto circa la mancata abolizione dell'aberrante pratica dei richiami vivi e l'approvazione di altre misure estremamente dannose per la gestione della fauna selvatica.
Gentile Presidente, caro Segretario,
le Commissioni X e XIII hanno approvato stamattina all'alba (ieri, 24 luglio ndr), dopo lunga e sofferta discussione, il decreto Competitività.
Durissimo è stato il confronto sui temi della protezione per la fauna selvatica omeoterma, per il prelievo venatorio e sull'abolizione dell'uso dei richiami vivi per la caccia.
Diversi gli emendamenti avanzati a sostegno di una politica più ecologicamente utile, maggiormente corrispondente allo spirito delle normative europee, a partire dalla Carta di Lisbona, in grado di evitare, peraltro, condanne al nostro Paese per infrazione, sul fronte in particolare dei richiami vivi.
Purtroppo ancora una volta si è persa una grande occasione in una battaglia di civiltà, anche per responsabilità non secondarie dei rappresentanti istituzionali e politici del Partito Democratico. Infatti, non solo hanno mantenuto l'uso dei richiami vivi e aperta la caccia alle nutrie, ma sarà consentito anche sparare agli animali sulla neve e aumentare il numero delle cartucce in canna. Ancora una volta le sirene delle associazioni del cacciatori hanno portato verso gli scogli una barca che meriterebbe migliori approdi.
Nello stigmatizzare questi comportamenti, continueremo a batterci perché il Partito Democratico, a partire dai suoi massimi rappresentanti, diventi finalmente consapevole della portata politica e di consenso che attiene ai temi della tutela degli animali e del rispetto della biodiversità e dell'ecosistema. Non si può ancora restare indifferenti o distratti rispetto a segnali di attenzione che vengono dall'assoluta maggioranza degli italiani.
Nel riconfermare il grande disagio con il quale ci troviamo a dovere affrontare il voto di fiducia sul decreto in oggetto, che così non potrà consentire nemmeno la riproposizione in aula degli emendamenti, chiediamo che questi temi siano posti all'attenzione degli organismi nazionali del PD, convinti che il buon senso e l'attenzione al sentire comune potranno determinare finalmente un cambio di rotta, atteso da tanti e da molto tempo, ormai ineludibile se si vuole davvero cambiare verso al Paese.