CACCIA CON L’ARCO IN UMBRIA. LA PRESIDENTE DELL’ENPA, ROCCHI: LA REGIONE SORDA ALLA SENSIBILITA’ DELLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI CITTADINI UMBRI

«E' evidente che l'assessore Cecchini, riferendosi alla caccia con l'arco, quando afferma che "in estate si possono buttare energie anche per queste tematiche" si basa esclusivamente sulle proprie esperienze e sul proprio stile di vita. Non certo sulle esperienze e sullo stile di vita delle oltre 795.500 persone – numero ben superiore al numero di tutti i cacciatori italiani messi insieme – che hanno letto, commentato, criticato o scritto alla Regione contro questa barbarie. Né, tantomeno, di quelle dei volontari che, proprio in estate, sono impegnati nel salvare migliaia di animali abbandonati, maltrattati, uccisi.» Così la presidente nazionale dell'Enpa, Carla Rocchi, sull'ampliamento della caccia di "selezione" agli ungulati prevedendo anche l'uso dell'arco. 
 
«Anzitutto – prosegue Rocchi -, è il caso di ricordare che la legge quadro 157/92 può essere applicata in maniera anche più restrittiva dalle regioni, le quali, così facendo, avrebbero l'occasione di mostrarsi aggiornate e civili, andando incontro alla sensibilità degli italiani e rispettando appieno la nostre norme più moderne, specie quelle previste dalla legge 189/2004 contro il maltrattamento degli animali. Occorre inoltre ribadire che la gestione faunistica è cosa ben diversa dalla caccia, e che l'art.19 della legge nazionale, la già menzionata 157/92, non cita i cacciatori come parte in causa nel controllo faunistico.»
 
I vertici della regione si fanno forti del parere dell'ISPRA, inspiegabilmente positivo, dimenticando tuttavia che proprio lo stesso istituto, per la redazione dei calendari venatori, ha dal 2010 inviato una guida alla stesura degli stessi finalizzata al proprio al rispetto della legge nazionale e delle direttive comunitarie. che è stata sempre del tutto disattesa dalla regione.
 
«Accolgo con piacere il fatto che l'assessore Cecchini tenga in così grande considerazione l'ISPRA. Per questo sono certa che, seguendo il parere di uno dei più autorevoli istituti scientifici italiani, la Regione Umbria impedirà il prelievo venatorio a tutti gli anatidi entro il 20 gennaio, dei tordi e cesene entro il 10 gennaio e cancellerà le specie SPEC2 e SPEC3. L'Enpa e la stragrande maggioranza dei cittadini italiani sono contro la caccia, tuttavia questo sarebbe un primo passo verso il rispetto di quella legalità e di quel parere scientifico ai quali l'assessore tiene così tanto. Per quanto riguarda l'Europa l'assessore stia tranquillo: dubito che il nostro Paese sia a rischio di infrazione per non consentire la "caccia" con l'arco. In materia venatoria, altre e più stringenti temi interessano Bruxelles tra cui quelli relative all'utilizzo dei richiami vivi ed alla questione delle illecite deroghe di caccia; questione in cui è stata coinvolta anche la Regione Umbria e che si è conclusa grazie all'impegno delle associazioni animaliste e ambientaliste e al Governo in carica all'epoca.» 
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