Lavori di pubblica utilità

In cinque anni, dal 2017, Enpa ha ospitato in 45 sedi territoriali, ben 839 imputati inseriti nei programmi di “messa alla prova”. Firmata per la prima volta da Carla Rocchi, Presidente Nazionale Enpa e dall’allora Ministro della Giustizia Andrea Orlando, la convenzione nazionale tra la Protezione Animali e il Ministero della Giustizia è stata rinnovata per altri cinque anni lo scorso 11 dicembre 2022 da Rocchi e dal titolare del dicastero di Via Arenula, Carlo Nordio.

Con questo progetto, Enpa accoglie nelle proprie sedi, per finalità sociali, gli imputati ammessi all’istituto della sospensione del procedimento con messa alla prova i quali svolgono così il lavoro di pubblica utilità. Ovviamente gli ospiti sono impiegati in attività a favore degli animali e dell’ambiente.

La prestazione di lavoro riguarda la tutela del patrimonio ambientale nel suo complesso, la prevenzione degli incendi, la protezione della fauna, comprese le attività connesse al randagismo degli animali; la manutenzione e la fruizione di immobili e servizi pubblici, beni del demanio e del patrimonio pubblico. Non è prevista retribuzione e le attività, la cui durata non sarà inferiore a dieci giorni anche non continuativi, vengono individuate tenendo conto anche delle specifiche professionalità e attitudini lavorative dell’imputato.

L’ammissione alla messa alla prova è prevista per gli imputati di reati puniti con la sola pena edittale pecuniaria o con la pena detentiva non superiore nel massimo a quattro anni o, in alcuni specifici casi, fino a sei anni, e comporta “la prestazione di condotte volte all’eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose derivanti dal reato, nonché, ove possibile, il risarcimento del danno dallo stesso cagionato”.

Per informazioni: enpa@enpa.org