Prende il via oggi, martedì 8 marzo, la campagna dell'Ente Nazionale Protezione Animali per il “Sì” al referendum contro le trivellazione petrolifere che si svolgerà domenica 17 aprile dalle 7 alle 23. La data scelta da Enpa per la mobilitazione referendaria non è casuale ma vuole rappresentare un gesto per sottolineare il ruolo da sempre svolto dalle donne in difesa degli animali, della natura e dell'ambiente.
«Siamo sull'orlo della sesta estinzione di massa: la prima causata dallo stravolgimento climatico dovuto alle attività umane. In uno scenario così fosco – spiega Annamaria Procacci, responsabile per Enpa delle tematiche legate all'ambiente e alla biodiversità – voci forti e autorevoli contro tale sterminio sono state proprio quelle di tante donne. Penso a Jane Goodall, a Vandana Shiva, o, per fare un altro esempio, alla nostra compianta Margherita Hack».
D'altro canto, non è un mistero che su queste tematiche la sensibilità femminile sia particolarmente sviluppata. Per averne conferma, è sufficiente prendere in esame il Rapporto Italia 2016 dell'Eurispes dove, dalla caccia ai circhi, dalle pellicce alla sperimentazione animale, emerge una inequivocabile connotazione “rosa” dei temi animalisti e ambientalista. Un dato su tutti: il numero delle donne che si dichiarano vegetariane è addirittura il doppio di quello degli uomini.
«Tra poco più di un mese saremo chiamati a prendere una decisione fondamentale per il futuro della biodiversità, con la possibilità di dire sì ad un Paese senza trivelle, senza ulteriori scempi ambientali, senza le devastazioni causate dal petrolio in terra e in mare. Così, tra l'altro, avremo la possibilità di dire sì ad una politica coerente con gli impegni presi alla conferenza di Parigi che ha individuato nell'addio all'”oro nero” uno dei capisaldi della strategia energetica del prossimo futuro. Purtroppo, su tale referendum, non particolarmente gradito ad alcuni ambienti politico-imprenditoriali, sembra essere calata un impenetrabile cortina di silenzio, il cui evidente obiettivo è quello di non far raggiungere il quorum. Ebbene – prosegue Procacci – noi tutti ci appelliamo alla sensibilità femminile affinché le donne diventino sempre di più ambasciatrici e fautrici di un cambiamento diventato ormai improcrastinabile. Ora è in gioco la nostra stessa sopravvivenza: appuntamento per tutte il 17 aprile per votare sì al referendum».