Nel 2020, un anno in cui ogni attività sociale ed economica è stata travolta dalle disastrose conseguenze dell’emergenza sanitaria causata dal coronavirus, le sedi territoriali dell’Ente Nazionale Protezione Animali hanno accudito direttamente 62.644 animali, ne hanno soccorsi 25.857, dati in adozione complessivamente 31.685 tra domestici e altri animali. Considerando anche quelli che non sono stati presi in carico direttamente dall’Enpa, il dato complessivo arriva a 75.084 animali aiutati nell’anno più impegnativo del secolo e mezzo di storia della Protezione Animali, che proprio nel 2021 festeggia i 150 anni della sua fondazione. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale dell’Enpa, realizzato attraverso un’indagine interna all’Associazione alla quale hanno aderito 137 Sezioni e 50 Delegazioni per un totale di 187 articolazioni territoriali dell’Ente.
Un 2020 che anche sul fronte della Protezione Animali è stato caratterizzato dalla pandemia: tra tutte le difficoltà operative legate alle restrizioni dell’emergenza sanitaria, i volontari hanno dovuto assicurare le normali attività per la tutela del benessere degli animali e contemporaneamente garantire assistenza rispondendo alle richieste di aiuto delle persone ricoverate o in quarantena per il Covid nonché all’impennata (certamente positiva) della richiesta di adozioni.
Proprio per il Covid, Enpa ha infatti aiutato 5.470 animali (di cui 4.245 gatti e 1.225 cani), con un dettaglio territoriale interessante: in testa alla classifica il Lazio (gli interventi rappresentano il 31,1% del totale) seguito dal Piemonte (il 18,6%), dalla Puglia (13,8%) e dalla Campania (12,8%). Il Centro e il Sud rappresentano insieme il 63,1% del totale (32,7% il Centro, 30,4% il Sud) seguiti dal Nord-ovest con il 20% con il Piemonte che da solo ha assicurato il 18,6% degli interventi.
“La nostra associazione – ha dichiarato Carla Rocchi, Presidente Nazionale di Enpa – ha avuto la straordinaria capacità di rispondere a due esigenze entrambe imprescindibili: progettare gli interventi sul territorio in funzione di un esame attento delle diverse priorità e, al tempo stesso, fronteggiare gli imprevisti, i casi drammatici che mai come nell’anno appena trascorso ci hanno messo di fronte a sfide inattese.”